I personaggi che hanno fatto la storia di Milano, Indro Montanelli.

Molti di voi avranno certamente sentito parlare della statua di Indro Montanelli, imbrattata in seguito alle proteste di questi giorni.
Qui di seguito troverete la sua biografia, per farvi un’idea di chi era e dell’importanza di questo giornalista e scrittore nel suo contesto storico.

È importante tenere presente che fu un uomo del 1900, un secolo difficile, che vide due guerre mondiali, il sovranismo del fascismo e del nazismo, la bomba atomica, l’avvento del capitalismo e tanto altro.

Serve ricordare che è necessario separare la vita dell’autore dalla sua produzione artistica e dalle sue opere che spesso si sono rivelate interessanti e hanno portato un importante contributo alla società.


Iniziamo:

Indro Montanelli il cui nome completo è Indro Alessandro Raffaello Schizògene Montanelli é nato a Fucecchio, in Toscana nel 1909. È stato un giornalista e scrittore italiano. È uno tra i più popolari giornalisti italiani del Novecento e si distinse per il suo stile di scrittura limpido e immediato e per la sua  e limpidezza della sua scrittura e per la sua analisi dei fatti molto puntuale e libera da pensieri politici.

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Il nome Indro, scelto dal padre, deriva dal maschile della divinità  induista “indra” che dopo la sua nascita ebbe una certa diffusione anche nel suo paese di nascita. Il nome venne  trasformato poi nel soprannome «Cilindro» dagli amici e anche da alcuni avversari politici. 

Indro Montanelli si laureò nel 1930 in giurisprudenza all’Università degli studi di Firenze con un anno di anticipo sulla durata normale dei corsi.

Egli iniziò la sua carriera durante il ventennio fascista, e successivamente fu per circa quattro decenni l’uomo-simbolo del principale quotidiano d’Italia, il Corriere della Sera, e successivamente, lasciato il Corriere si dedicò al quotidiano da lui fondato, Il Giornale.

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il primo numero de Il Giornale, uscì martedì 25 giugno 1974. Il suo intento era quello di creare una testata che raccontasse il punto di vista dei lavoratori, della società e in particolare della piccola e media borghesia lombarda. 

Il 2 giugno 1977 Montanelli fu vittima a Milano di un attentato da parte delle Brigate Rosse. Come ogni mattina, dopo essere uscito dall’Hotel Manin, dove risiedeva, per recarsi in redazione, venne ferito all’angolo fra via Daniele Manin e piazza Cavour (dove si trovava il Giornale nuovo, nel cosiddetto Palazzo dei giornali), con una pistola munita di silenziatore. L’attentatore gli sparò otto colpi consecutivamente, e Indro nonostante avesse con se una pistola preferì non difendersi.

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credit: milano.corriere.it

Agli inizi degli anni 90 lasciò Il Giornale e rifiutò la conduzione del Corriere Della Sera per fondare nel marzo 1994, una nuova testata, La Voce, inizialmente pensato come un settimanale ma che poi è diventato un quotidiano grazie al grande numero di giornalisti che hanno deciso di aderirvi, infatti su 77 cronisti de Il Giornale ben 55 passarono a La Voce

Il nuovo quotidiano non ebbe vita lunga e l’ultima pubblicazione risale al 12 Aprile 1995. Questa fu l’occasione per Montanelli di ritornare a scrivere per il corriere della sera con una rubrica di risposta alle domande dei lettori chiamata La Stanza di Montanelli.

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Fu anche l’autore di libri di storia molto popolari, caratterizzati da un originale approccio alle vicende storiche italiane. In ciascuna di queste attività Montanelli seppe conquistarsi un largo seguito di lettori.

Il 22 luglio 2001, Montanelli morì all’età di 92 anni a Milano nella clinica La Madonnina in seguito alle complicazioni di un intervento chirurgico. Il suo necrologio, da Loi scritto venne pubblicato sul Corriere della Sera dove si rivolgeva così ai suoi lettori: 

Mercoledì 18 luglio 2001, ore 1:40 del mattino. Giunto al termine della sua lunga e tormentata esistenza – Indro Montanelli – giornalista – Fucecchio 1909, Milano 2001 – prende congedo dai suoi lettori ringraziandoli dell’affetto e della fedeltà con cui lo hanno seguito. Le sue cremate ceneri siano raccolte in un’urna fissata alla base, ma non murata, sopra il loculo di sua madre Maddalena nella modesta cappella di Fucecchio. Non sono gradite né cerimonie religiose, né commemorazioni civili.

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In seguito alla sua morte gli vennero intitolati i giardini pubblici di Milano nel cui interno si trova una statua a lui dedicata. Il giornalista viene rappresentato seduto su una pila di giornali intento a scrivere sulla sua Lettera 22, la sua macchina da scrivere, che riprende una storica fotografia del 1940.